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Barberis Walter
INDICE
Introduzione, p. XI
Parte prima. L'organizzazione militare e la formazione dello Stato (secoli XVI-XVII)
I. La «milizia paesana» e la ricerca di nuove alleanze: i contratti incerti, 5
II. Burocrazia, mercenari e società di corte: dalla guerra come affare alle armi come valore, 64
Parte seconda. L'egemonia culturale dei militari sulla società civile (secoli XVIII-XIX)
III. Cavalleria e artiglieria: orizzonti della conservazione nobiliare e idee di modernità, 139
IV. Tecnologia, letteratura, accademie e pubblica istruzione: dalla scienza alla politica, 239
Indice dei nomi, 331
Introduzione, p. XI
Parte prima. L'organizzazione militare e la formazione dello Stato (secoli XVI-XVII)
I. La «milizia paesana» e la ricerca di nuove alleanze: i contratti incerti, 5
II. Burocrazia, mercenari e società di corte: dalla guerra come affare alle armi come valore, 64
Parte seconda. L'egemonia culturale dei militari sulla società civile (secoli XVIII-XIX)
III. Cavalleria e artiglieria: orizzonti della conservazione nobiliare e idee di modernità, 139
IV. Tecnologia, letteratura, accademie e pubblica istruzione: dalla scienza alla politica, 239
Indice dei nomi, 331
Esemplare come pochi altri, lo Stato governato dai Savoia ha costruito, la sua stessa esistenza nel contesto europeo praticando incessantemente i teatri di guerra: per stringervi alleanze, per garantirsi guadagni territoriali e stabilità istituzionale. Con la guerra sullo sfondo, ogni suddito sabaudo è stato coinvolto nella politica dei suoi principi. Contadini e artigiani, mercanti e banchieri, piccoli e grandi nobili hanno imbastito le loro strategie di sopravvivenza o di ascesa sociale facendo i conti con le necessità di uno Stato sempre presente all'appuntamento con il campo di battaglia. Fra il secolo XVI e il XIX, fortune finanziarie, feudi, titoli nobiliari, o le semplici braccia dei più umili sono state gettate sul tappeto di una generale contrattazione di ruoli, di privilegi e di precedenze in cambio di una disponibilità a seguire il principe nelle sue guerre. Nel segno di un pubblico interesse e di un pubblico servizio si sono radicati gli interessi particolari di ciascuno; e la guerra e divenuta al tempo stesso la manifestazione più vistosa della politica estera e l'elemento regolatore degli assetti sociali interni. Le competenze tecnico-scientifiche, così come i valori etici richiamati dalla lotta politica o vagheggiati nelle rappresentazioni letterarie, tutti si sono riferiti a una cultura della guerra che via via ha sedimentato una visione quasi mitica: quella della tradizione militare sabauda.
Svuotando dei suoi contenuti retorici questo mito - alimentato da gran parte della letteratura e della storiografia fra Otto e Novecento - questo volume di Walter Barberis ricostruisce lungo l'arco di tre secoli i quadri generali della politica sabauda nel contesto europeo, e volge lo sguardo al ricchissimo dettaglio di intenzioni e di reazioni che si celano dietro l'organizzazione di una imponente macchina militare. Allora, persi i connotati che il luogo comune le ha attribuito, la tradizione militare sabauda acquista un nuovo spessore; e si anima di personaggi grandi e piccoli che contemporaneamente si muovono fra gli spazi appariscenti delle corti e gli sfondi anonimi dei borghi di campagna. Ma soprattutto, una storia della guerra e dei molti problemi che comporta - economici, tecnici, sociali e culturali - diventa la via originale per indagare su vari piani il tema classico dei rapporti fra società e Stato nel lungo e contraddittorio periodo di transizione dal feudalesimo al capitalismo.